Contatti- Day-Service Malattie della Tiroide Coordinatore Dr Marino Marinelli Endocrinologo

NOTA DELL'ASSOCIAZIONE MEDICI ENDOCRINOLOGI ITALIANI (AME) SULL'INCIDENTE NUCLEARE IN GIAPPONE

Segnaliamo ai nostri Soci le principali informazioni circa la prevenzione del rischio di danni per la salute conseguente ai recenti eventi in Giappone. Si fa qui riferimento alle conseguenze cliniche di una possibile, ma non ancora definita, diffusione di sostanze radioattive nell’aria, nel terreno e nelle falde acquifere.
Le indicazioni di seguito riportate sono state redatte in base alle informazioni disponibili al momento della stesura del documento (20 marzo 2011), che verrà aggiornato qualora i dati dovessero cambiare nei prossimi giorni.


Popolazione residente in Italia
• Non esiste alcun rischio di esposizione esterna a radiazioni ionizzanti né di contaminazione interna da particelle radioattive per inalazione o per contatto.
Non sono al momento necessarie misure preventive o terapeutiche. In particolare, non è indicato il blocco dell’accumulo tiroideo di iodio con l’assunzione di ioduro di potassio (KI), trattamento non del tutto esente da rischi, anche se rari.
• Il contatto con soggetti potenzialmente contaminati, perché provenienti dal Giappone, non espone la popolazione ad alcun tipo di rischio.
• Come misura preventiva il Ministero della Salute ha già predisposto il controllo alla frontiera dei cibi prodotti in o provenienti dal Giappone (soprattutto pesci, crostacei, caviale, soia, alghe, tè verde) confezionati dopo l'11 marzo, al fine di garantire la sicurezza nei confronti della contaminazione da ingestione.


Gruppi particolari di popolazione
• Persone di ritorno dal Giappone
In caso di sospetta contaminazione interna di persone che si sono trovate nelle aree limitrofe alle centrali nucleari, il Ministero del Salute ha individuato centri ospedalieri di riferimento su base regionale in grado di effettuare i controlli necessari. Per tale
categoria di persone non si ritiene al momento necessario alcun tipo di trattamentoper due motivi:
1. verosimile basso livello di dose assorbita in tiroide, inferiore al limite indicato dalle attuali linee guida;
2. intervallo di tempo relativamente protratto trascorso dall’ipotetica contaminazione.
• Persone dirette in Giappone
Per le persone dirette nelle aree limitrofe all’incidente e che non possono sospendere la partenza come consigliabile, devono essere prese in considerazione misure di prevenzione, in particolare il blocco dell’accumulo tiroideo di radioiodio con KI con le modalità di seguito descritte.
• L'attuazione delle misure di prevenzione è necessaria in età pediatrica.
• Per le donne in gravidanza è strettamente sconsigliato recarsi in zone a rischio di contaminazione. Infatti la profilassi con KI crea dei rischi importanti per la funzione della tiroide e deve essere valutato caso per caso.

Indicazioni all'uso di KI in caso di contaminazione da radioiodio per incidente nucleare

Le linee guida pubblicate dalle maggiori organizzazioni mondiali (WHO, IAEA) suggeriscono di utilizzare compresse di KI allo scopo di bloccare l’accumulo di radioiodio in tiroide solo qualora ricorrano le seguenti condizioni:
1. tempo intercorso tra possibile contaminazione e assunzione del farmaco non superiore alle 48-72 ore;
2. stima della dose equivalente in tiroide compresa tra 20 e 100 mSv in rapporto all’età del soggetto; la somministrazione del farmaco per questi valori di dose non trova indicazione per soggetti di età superiore ai 40 anni.

Il dosaggio comunemente utilizzato nell’adulto è di 130 mg/die. 

L'utilizzo del KI deve comunque essere ufficialmente indicato dalle autorità locali e prescritto da uno specialista (mai oggetto di prevenzione spontanea).